L'ultima cena
Parole e Musica di Jacques Brel,
Alla mia ultima cena
con la traduzione di Daniel Montini
voglio vedere i miei fratelli
i miei cani ed i miei gatti
e la riva del mare
alla mia ultima cena
voglio vedere i miei vicini
ed anche qualche cinese
come se fosse mio cugino
e voglio che si beva
anche, del vino da messa
quel vino così buono
che bevevamo ad Arbois
voglio che si divori
dopo qualche tonaca
una fagiana del Périgord
poi voglio che mi si porti
in cima alla collina
a guardare gli alberi dormire
a braccia conserte
e poi voglio ancora
lanciare sassi al cielo
gridando Dio è morto
un'ultima volta
Alla mia ultima cena
voglio vedere il mio asino
le mie galline e le mie oche
le mie vacche e le mie donne
alla mia ultima cena
voglio vedere quelle donne scaltre
di cui sono stato maestro e re
e che furono le mie amanti
quando avrò nella pancia
di che annegare la terra
spaccherò il mio bicchiere
perchè si faccia silenzio
e canterò a squarciagola
alla morte che avanza
le canzoni oscene
che spaventano le suore
poi voglio, che mi si porti
in cima alla collina
a vedere la sera, che va incontro
lentamente, alla pianura
e lì in piedi, ancora
insulterò i borghesi
senza timore e senza rimorsi
un'ultima volta
Alla mia ultima cena
voglio, che tutti se ne vadano
a finire la bisboccia
sotto un'altro tetto
alla mia ultima cena
voglio, che mi si metta
seduto solo, come un re
che accoglie le sue vestali
nella mia pipa brucerò
i miei ricordi d'infanzia
ed i sogni mai realizzati
Ciò che rimane delle mie speranze
e non serberò altro
per vestire la mia anima
che l'immagine di un roseto
e un nome di donna
poi guarderò
la cima della collina
che danza, che si dissimula
che si perde nel buio
e nell'odore dei fiori
che presto svanirà
so che avrò paura
un'ultima volta.